28.5.07

vorrei essere felice come lei di fianco a quella scritta !




Abbiamo bisogno di shopping e relax. E di una bella lobotomizzazione. Si dice che i commercianti siano dei brontoloni e si lamentino sempre, d'altra parte è raro trovare un commerciante che offenda il proprio cliente.


Mai avrei invece pensato che gli anonimi manifesti popolati da cittadini di razza ariana immersi in una campagna dove non esistono centri commerciali si mettessero a insultare noi imperfette che cediamo alle loro lusinghe e li andiamo a visitare...


E' la sensibilità tipica dei Petali di Cemento, l'unico fiore che sboccia nel mondo della politica reggiana.

10.5.07

Sono stata anche in vetrina (capovolta)


Siamo di passaggio, ma abbiamo una utilità concreta, oserei dire 'pratica' ... Inoltre garantiamo il diritto alla riservatezza di chi sta riorganizzando il proprio negozio ...


8.5.07

Come è andato a finire il Congresso ... e dove!

Il Congresso è andato. Sono un po' in ritardo con i post, le cose più rilevanti sono queste:
1) Cossutta non ha neppure partecipato e si è dimesso dal PdCI
2) I rappresentanti 'reggiani' del Pdci a Roma saranno: Dolci, Vena, Riva, Acerenza, Visciglia.
Tutti premiati, quindi. Le questioni di garanzia? Inesistenti e irrilevanti.
Il Congresso ha finalmente deciso che Cossutta sbaglia. Diliberto ha fatto il suo discorso finale, è stato all'insegna dell'alambicco 'e adesso con chi faremo la nostra alleanza per mantenere in vita la nostra 'diversità'?
Ora occorre capire in cosa consiste questa diversità. In linea teorica, osservando gli ideali e gli ambiziosi obiettivi che questo partito promette (ed ha ancora, io credo, qualche parlamentare e dirigente che lavora seriamente in quella direzione), si tratterebbe di un insieme di caratteristiche e peculiarità del PdCI rispetto alle altre formazioni della sinistra che in altri contesti forse varrebbe la pena difendere, ma che in Italia nella situazione attuale davvero appaiono come un lusso veramente un po' troppo tassonomico rispetto alle esigenze enormi e molto più elementari di questo Paese, che soprattutto ha bisogno di legalità e moralità, di giustizia del tipo che c'è scritto sulla Costituzione più che sul manifesto di Marx.
Il cambiamento di Reggio è avvenuto anche altrove. Questo cambiamento corrisponde di fatto alla morte del partito come lo intendevamo nel 2004. Nel 2004, prima delle elezioni, si era formato un gruppo di persone appassionate, altruiste, che si candidarono alle amministrative senza portare a priori elettori, ma soltanto le proprie storie e la propria passione. Facemmo una sbiciclettata con le bandiere rosse, goliardata gioiosa che bene ci descriveva, alla quale erano presenti, a caso, quelli che poi non furono votati (a parte Dolci). Le riunioni di quel periodo si concludevano in pizzeria e il tavolo andava prenotato, eravamo in tanti. Tutti, tranne due candidati, che non vedemmo se non il giorno dopo delle elezioni sui giornali, quando furono eletti. Questi non ci assomigliavano per niente, diventarono coloro che distrussero il valore del nostro impegno continuando a reclamare il loro potere in virtù delle tessere fatte e dei voti di preferenza ottenuti. Ad essi solo questo pare importante, non hanno neppure mai avuto il pudore di vantare altre qualità. I nostri ideali ora servono come strumenti per ottenere o visibilità o confusione, non per essere posti sul piatto delle cose da fare con la maggioranza di governo ma per ricattare la coalizione, e nulla è stato poi realizzato a partire da questi reclami, non costruttivi e senza assertività ma solo fatti di petulanza, ricatto e questua.

Nel 2009 ci ritroveremo con due galli che si contenderanno forse l'unico posto in Consiglio Comunale, attraverso una inutile parata di dichiarazioni e invenzioni sui giornali locali - sarà grottesca da manuale questa lotta all'ultimo trafiletto, con le foto più strane e le promesse più assurde. Ma questa è un'altra storia di cui altri si preoccuperanno, non io di certo.
Tornando al Congresso del PdCi, di cui però è inutile riportare il bellissimo discorso di Oliviero o tutte le parole astratte, ma di cui io riporto la sostanza emersa dal lavoro di commissione politica - elettorale e da tutti quegli organo nei quali hanno spadroneggiato i vari Soffritti, Dolci, Vena e Riva, forti di tante tante tessere, le quali hanno finalmente decretato che questo sarà
davvero storico, e sarà ricordato come quello che giudicò in errore Cossutta confrontandone l'intelligenza politica con quella di Donato Vena. Complimenti!